Come un viaggio in mare aperto
La crescita dei nostri ragazzi è come un viaggio in mare aperto, a volte mosso o addirittura in burrasca, a volte calmo, e solo studiando la provenienza del vento si può prevedere una buona traversata.
È da poco ricominciato l’anno scolastico così come quello accademico e noi genitori, di bimbi o di giovani, siamo attenti che tutto si avvii nel modo migliore. Che la classe sia positiva e unita, che i professori siano attenti, colti e degli ottimi educatori, che la struttura che accoglie i nostri figli sia dignitosa, moderna e antisismica! Che i programmi siano coinvolgenti e innovativi. Perlomeno lo desideriamo.
- Se da un lato ci affidiamo all’istituzione per le nostre aspettative, dall’altra parte come possiamo motivare gli studenti di ogni età ad affrontare lunghi mesi di studio?
- Come far si che abbiano una buona concentrazione?
- Che si relazionino nel modo corretto con il prossimo, con compagni, amici e professori?
- Come essere certi che le loro scelte siano dettate dal cuore e talento e non condizionate?
- Che il banco della vita dia il giusto indirizzo?
- Soprattutto, noi che riteniamo di aver insegnato loro i valori più importanti, come possiamo essere certi che anche l’istituzione scolastica e la società confermino i valori familiari?
Proiettati, in seguito, nel difficile mondo degli adulti.
Non è semplice scrivere di figli.
O ci si estranea e si fanno nostre parole generiche sulla motivazione, pareri di professionisti e insegnanti, a volte troppo esterni alle dinamiche personali che possono condizionare un nostro ragazzo, oppure si accetta di essere labili, scoperti e, pur magari avendo letto tutti i libri di pedagogia e frequentato tutte le “accademie per genitori”… di fatto spesso non sappiamo dar risposta, non teorica, alle domande di apertura… e abbiamo noi stessi desiderio di una guida.
Sicuramente, mai un giorno della nostra vita dobbiamo dimenticare che Loro crescono difronte a uno specchio: siamo noi. E noi “troppo spesso” non siamo magici, a nostro malincuore. Pertanto il desiderio di far crescere i ragazzi in una bolla protetta e brillante, si contrappone alla realtà, un “mare” in cui si impara a crescere. Tutti, genitori e figli. E guai non fosse così.
Noi genitori siamo come la Rosa dei Venti per i nostri giovani “marinai”.
È questo importante. Riferimento sicuro, anche nel buio sconosciuto della giovane anima in evoluzione.
La Rosa dei Venti è simbolo di protezione, di guida durante la navigazione. Ai tempi di Omero, i naviganti lungo le coste del Mediterraneo, si orientavano sulla base di punti di riferimento noti e visibili. Per avventurarsi nelle traversate in alto mare osservavano la posizione del sole o delle stelle, in particolare la stella polare. Oltre a ciò la conoscenza dei venti era essenziale, solitamente costanti permettevano di seguire le rotte desiderate.
Ci si affida al vento che soffia e si rivolge lo sguardo all’orizzonte, verso il futuro, verso ciò che ancora non si conosce, dove incontrare opportunità, speranze, mete, imparando il senso di libertà e di equilibrio.
Se non siamo noi a orientare i figli e insegnare loro a tracciare la propria rotta verso le destinazioni desiderate, chi potrebbe farlo?
“Raffica in arrivo!” le metafore della vita.
E se perdiamo noi stessi il controllo della nostra barca e abbiamo la sensazione di non aver più potere? Come possiamo rimediare? Cosa possiamo poi fare per i nostri ragazzi? Sicuramente possiamo dare e ricevere utili consigli ma per fare i genitori non c’è una scuola vera e propria, se non la vita… con le sue metafore. Dunque osserviamo il nostro mare, la superficie dell’acqua e alleniamoci a controllare le nostre vele perché le raffiche di vento ci colgano meno impreparati possibile.
Non possiamo delegare l’istituzione e la società al primario insegnamento del gestire i nostri figli, pur essendo punti importanti di riferimento nell’educazione in tal senso.
Se noi genitori prendiamo consapevolezza di essere la Rosa dei Venti dei figli, senza riflettere la nostra stessa paura del vento di libeccio, temuto per i possibili effetti che può generare – mareggiate, burrasca, piogge intense – cresciamo futuri adulti preparati alla realtà, forti e liberi di condurre la propria nave.
Io, tu, noi: i giovani di sempre
Statistiche e studi – vedi a esempio gli approfondimenti sui Millenial e I-Gen – mostrano una società composta di giovani condizionati da una lenta maturazione, poco autonomi e in ritardo nel gestire la propria vita, pigri, iperprotetti, “molli”, un po’ zombie, un po’ grigi, depressi, accomodati nella quotidianità, un po’ estremi nei due opposti: statici e apatici oppure ribelli, con alterato spirito di appartenenza, con aspettative di vita senza motivazione, manipolabili da false verità e falsa politica.
Troppo spesso seguono commenti e giudizi sui ragazzi facendone di tutta l’erba un fascio: profetizzando giovani senza speranza… (ma ogni epoca li ha avuti!)
Io, tu, noi… però non vogliamo dare ragione a queste analisi. Perché, se questa è la realtà troppo spesso dimostrata?! La risposta dovrebbe coincidere con il senso dell’essere genitore, per amore, per scelta e non per sbaglio… e se per sbaglio fosse, almeno per responsabilità.
Solo genitori che vivono l’autenticità del proprio essere sono vera guida per futuri adulti liberi ed autentici.
Noi, che abbiamo imparato a condurre la nostra barca, che gestiamo le nostre vele ai venti, siamo a nostra volta quella Rosa dei Venti per i nostri figli perché sviluppino la loro sicurezza e competenza per trovare la rotta della loro vita. Questa è la missione del genitore.
Chiara Zoppellaro